Ipnosi e Meditazione
Partirò dall’idea che, molto spesso, quella che chiamiamo realtà sia in effetti molto più simile ad una forma di ipnosi non consapevole, mentre quando sperimentiamo condizioni di trance ipnotica a volte stiamo sperimentando uno spazio di lucidità e presenza che ci permette di essere finalmente svegli rispetto alle questioni che stanno mettendoci alla prova.
L’ipnosi clinica, così come è stata sviluppata da Milton Erickson in poi, ha a mio parere proprio questa connotazione: è quello stato cosiddetto alterato che mi permette di vedere il mio stato alterato abituale per ristabilire un’integrazione tra le mie parti affinché avvenga una prolifera e soddisfacente collaborazione delle mie potenzialità per raggiungere l’obiettivo del benessere personale.
Jay Haley, psichiatra statunitense della scuola sistemica di Palo Alto e allievo di Milton Erickson, scrive in un suo testo (Cambiare gli individui): “sapere come fare a ipnotizzare le persone è completamente diverso dal sapere come fare a cambiarle con l’ipnosi.”
Molto spesso capita di essere molto più focalizzati – riguardo a noi, alle cose che ci accadono, a quello che ci circonda – sulla comprensione e interpretazione anziché sull’innata capacità della nostra mente inconscia di modificare e trasformare le circostanze interne ed esterne della nostra vita.
Siamo per esempio molto consapevoli delle incredibili potenzialità delle nuove tecnologie, di ciò che la scienza ha permesso di costruire che ha portato enormi benefici nella gestione delle nostre vite.
Quelle che spesso dimentichiamo, per una cattiva abitudine, sono le nostre vere potenzialità: la nostra mente inconscia ha in sé incredibili possibilità.
È la nostra prima farmacia, il nostro maestro più prezioso, la nostra guida più affidabile.
Ha in sé la tutta la creatività, la forza e l’accoglienza necessarie per poter vivere veramente la vita che sogniamo.
Essere svegli vuol dire essere integrati: avere consapevolezza del nostro corpo, dei nostri pensieri, delle emozioni, delle credenze, del retaggio transgenerazionale di convinzioni e interpretazioni della realtà che è parte di noi, e soprattutto essere svegli vuol dire essere in comunicazione con la nostra mente inconscia.
Dipingere, ascoltare o fare musica, cantare, scrivere, camminare nella natura, stare in silenzio ascoltando il flusso dei pensieri o ancora meglio il vuoto dei pensieri, modellare la creta, il legno, giocare, danzare, leggere, recitare, accendere la legna nel camino, nuotare, fantasticare, fare un bagno caldo, fare o ricevere un massaggio, sono alcuni dei modi nei quali creiamo il nostro personale collegamento con l’inconscio.
Una delle fonti di impoverimento del nostro secolo è aver relegato queste attività a mere ‘istanze ricreative’, mistificando completamente il vero significato della ‘Ricreazione’. Il verbo ricreare, dal latino re-creare, creare nuovamente, indicava l’atto di rianimare, vivificare, infondendo una nuova esistenza. Nell’epoca del consumo la ricreazione è quel piccolo spazio insignificante che intervalla le serie attività produttive.